La terra, il mare, le foreste, il cielo sono elementi caratterizzati dalla presenza dominante di tonalità e sfumature speciali. Un viaggio in Australia è anche un’immersione cromatica in una Natura di un’intensità unica.
Ayers Rock è solamente l’immagine più rappresentativa e conosciuta del Red Centre australiano, il cuore spirituale del Paese. Le maestose formazioni di roccia arenaria rossa del Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta sono sacre per il popolo Anangu: si tratta di 36 diverse “cupole” all’interno di un’area di circa 30 chilometri che fanno parte di un’unica struttura monolitica.
In base a diversi momenti del giorno e allo scorrere delle stagioni, la particolare composizione di minerali, con il processo di ossidazione che ha dato origine al caratteristico rosso, assorbe la luce, restituendo incredibili sfumature di colore che variano dall’ocra all’oro, dal viola al bronzo.
È merito della sua composizione, quasi interamente di quarzo, se il Guinness Book of Records ha eletto Hyams Beach la spiaggia più bianca del mondo. Ma l’eccezionale location nella Jervis Bay è sicuramente in buona e ampia compagnia.
Delle circa diecimila spiagge australiane, diverse si caratterizzano per il loro candido aspetto. Come, ad esempio, la Squeaky Beach nello Stato di Victoria, nota anche per il suono che la sabbia produce quando la si calpesta, i sette chilometri di costa a Whitehaven Island, nel Queensland - presenza fissa nelle classifiche delle spiagge più belle al mondo - o l’immacolato paesaggio costiero del Freycinet National Park in Tasmania.
Dirigere lo sguardo verso l’alto e rimanere stupiti: il cielo dell’Australia è uno dei più potenti spettacoli a cui si può assistere. Lo sa bene chi intraprende il viaggio in Oceania anche per ammirare la Southern Cross, una sezione luminosa della Via Lattea che nell’emisfero australe è ben visibile durante tutto l’arco della notte, donando al cielo una tonalità di blu intenso.
La costellazione che va a formare una croce, da cui deriva il nome, è presente sulla bandiera nazionale australiana, ma anche in quella della Nuova Zelanda, di Papua Nuova Guinea, Samoa e Brasile, altri Paesi dove è possibile ammirarne più facilmente la presenza.
Il mare dell’Australia ospita la più grande barriera corallina a frange del mondo: la Ningaloo Reef. Le acque di colore azzurro cristallo del Parco Marino lungo la costa occidentale, sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità e sono considerate uno dei grandi paradisi oceanici.
La concentrazione di animali marini di questa zona è praticamente unica: è possibile vedere tartarughe, squali balena, dugonghi e pesci tropicali muoversi protetti dai circa 250 chilometri di Reef. Tra luglio a ottobre va in scena lo spettacolo della Humpback Highway, letteralmente l’autostrada delle Megattere, il percorso di migliaia di balene che migrano dalle fredde acque antartiche nel più caldo e accogliente mare australiano per riprodursi durante l'inverno.
Dal Queensland alla Tasmania, dal New South Wales ai Territori Occidentali, sono tanti i polmoni verdi più o meno grandi presenti sull’isola, ecosistemi da godere e preservare. Le foreste pluviali dell’Australia, infatti, conservano rarità faunistiche e paesaggistiche.
La varietà dell’ecosistema è impressionante: nella Daintree Rainforest vivono il 30% delle specie di rettili e due terzi delle specie di pipistrelli e farfalle del Paese; le gole del Great Otway National Park sono ricoperte da felci e immerse tra alberi ad alto fusto; infine, un sentiero tra le macchie di foresta pluviale monsonica del Kakadu National Park conduce alle Jim Jim Falls, che formano profonde piscine fluviali dopo uno spettacolare balzo di 250 metri.
Per molti australiani è l’emblema e la sintesi perfetta del loro Paese, la forza che nasce dalla coesione e dalla capacità di resistere alla potenza della Natura stessa: la Golden Wattle è una delle oltre 900 specie di acacia originarie dell’Isola e i suoi colori giallo (naturalmente “oro”) e verde sono da sempre stati usati per le divise degli atleti australiani nelle competizioni sportive.
Da millenni utilizzata dalle popolazioni indigene, la sua fioritura in primavera ricorda alcuni eventi strategici per la vita del territorio, come l’arrivo delle balene lungo le zone costiere o la comparsa delle anguille nei corsi di acqua dolce.